Ti
amo Antonella
perché
riesci
a
dipingere il cielo
come
non mai.
Non è
solo per dire
ti
riconosco da questo:
una
volta furono le nuvole che
a
diverse altezze
s'incontravano
planando
in
opposte direzioni
poi fu
il tramonto
ad
oriente
che mi
inondò la casa dall'orizzonte
dorato
di un palazzo a vetri.
Di
notte la civetta
mi
manda i tuoi sospiri.
La
mattina è un uccellino intransigente
che fa
sentire il suo brano ritmato
in un a
solo o ben distinto dall'ambiente.
Sai
come parlarmi se vuoi farti sentire.
Dolcissima
e insistente.
Ti
ritrovo ovunque
finché
mi vorrai bene.
Per
strada la tua Clio mi segue
e mi
precede, mi tiene a bada
con
promesse: una guida a due
e nel
vano posteriore
un
pupazzetto
un
sedile vuoto di bambino.
Finalmente
ieri ti ho incontrata
solo
oggi però ho capito
perché
il cielo
ancora
dopo il tramonto
era
indaco e violetto
dietro
il campo Petron
della
palestra.
Ogni
volta che ti incontro
il
cielo inventa
una
magica tela
di oro
lacrime e acquerello.
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