Flor

 

 

 

Urla strepitii e grida

Mille gengive aguzze

Torme feline

Di macachi palpitanti

Stretti in un ritmo

Di egemonie crescenti

Come di stridori ansanti

Nei canti di cicale

 

Accordi acuti e controtempi

Come di corpi amanti

Presi giù per sotto

Da un boato di piacere

In afasia assordante

 

Sarà stato il mio gilet di pelle nera

A sortire una strana notte

Sui tracciati binari

Delle etnografie di Stato

 

Sarà stata l’estate

Di una fine primavera

Flor ragazza nera sui vent’anni

Pelle nera di velluto

Come le grinze dei neonati

 

Ha occupato l’aura prospiciente

Alla mia così deserta

Da risultare piena quasi sempre  

Coi suoi piedi nudi e coi suoi fianchi

 

Presi così per sotto

Da farmi rinvenire

Fra le strida dei macachi

 

Pelle nera di velluto

Come le grinze di un neonato

Così il piacere si è affranto

Lo spazio di una notte

Sulle ferrovie di Stato

 

È stata testimone

Sedimento nelle vene

La bionda luna di savana

Nei ristagni a vetri lungo le pareti

Fino al sorgere del giorno eretto

Alla sua stazione

 

Poi ho frenato in un a solo

Il jazz rosa dell’aurora

Con il battito rullato

Sulla giungla dei binari

 

 

04/06/02

(29/05/02)  

 

 

 

Copyright 2004 © Sergio Martella