The Ippopotamus

T. S. Eliot; "Poesie 1905/1920"; Newton, Roma, 1995

traduzione a cura di Sergio Martella

 

The broad-backed hippopotamus

Rests on his belly in the mud;

Although he seems so firm to us

He is merely flesh and blood.

 

Flesh and blood is weak and frail,

Susceptible to nervous shock;

While the True Church can never fail

For it is based upon a rock.

 

The hippo’s feeble steps may err

In compassing material ends,

While the True Church need never stir

To gather in its dividends.

 

The ’potamus can never reach

The mango on the mango-tree;

But fruits of pomegranate and peach

Refresh the Church from over sea.

 

At mating time the hippo’s voice

Betrays inflexions hoarse and odd,

But every week we hear rejoice

The Church, at beeng one with God.

 

The hippopotamus’s day

Is passed in sleep; at night he hunts;

God works in a mysterious way –

The Church can sleep and feed at once.

 

I saw the ’potamus take wing

Ascending from the damp savannas,

And quiring angels round him sing

The praise of God, in loud hosannas.

 

Blood of the Lamb shall wash him clean

And him shall heavenly arms enfold,

Among the saints he shall be seen

Performing on a harp of gold.

 

He shall be washed as white as snow,

By all the martyr’d virgins kist,

While the True Church remains below

Wrapt in the old miasmal mist.

 

Traduzione "L'Ippopotamo"

 

L’ippopotamo dalla larga schiena

Spanciato sta nel fango pigramente;

Per quanto ben piazzato appaia in questa scena

Pure è fatto di carne e sangue solamente.

 

Carne e sangue debole possono ammalare,

Suscettibili ad ogni nervosa magagna;

Mentre la Vera Chiesa non può mai crollare

’Che la base ha salda più d’una montagna.

 

Possono errare i passi dell’ippo

Sulla via per soddisfare i suoi diritti,

Mentre la Vera Chiesa non trova alcun inghippo

Quando vuol raggranellare i suoi profitti.

 

Mai che da solo l’ippopotamo riesca

Il mango dall’albero a staccare;

Invece, frutti di melograno e pesca

Alla Chiesa giungono copiosi d’oltre mare.

 

Se l’ippo si accoppia, il verso che promana

Ha inflessioni roche, fa uno strano rumore,

Ma sentiamo gioire al fin di settimana

Madre Chiesa, in stretta comunione col Signore.

 

L’ippo trascorre nel sonno, finché finisce

La sua giornata; di notte cerca le sue prede;

Per misteriose vie Dio agisce –

La Chiesa dorme e mangia con la stessa fede.

 

Vidi all’ippopotamo le ali spuntare

Sollevarsi dagli umili prati bagnati,

E gli angeli intorno in coro a cantare

Le lodi di Dio, con alti osanna a lui dedicati.

 

Il sangue dell’agnello lo purificherà

Lo avvolgeranno abbracci d’amore divino,

In mezzo ai santi ammirarlo si potrà

Mentre si esibisce su un’arpa d’oro zecchino.

 

Lavato sarà bianco, più della neve,

Delle vergini martiri avrà i baci vogliosi,

Mentre la Vera Chiesa rimane giù, dove deve

Avvolta da miasmi vetusti e nebbiosi.

 

 

 

Copyright 2004 © Sergio Martella